Nel lavoro clinico, ma anche nella vita quotidiana, incontriamo spesso il fenomeno del wishful thinking: letteralmente, “pensiero illusorio” o “pensiero desiderante”. Si tratta della tendenza naturale della mente a credere che qualcosa sia vero o probabile solo perché lo si desidera intensamente, anche in assenza di prove concrete.
Cos’è il Wishful Thinking?
Il wishful thinking è un bias cognitivo, ovvero una distorsione cognitiva, un errore sistematico nel nostro modo di pensare. Si verifica quando i nostri desideri influenzano il modo in cui percepiamo la realtà: invece di analizzare i fatti in modo obiettivo, tendiamo ad adattarli ai nostri bisogni emotivi. Questo fenomeno può attivare circuiti cerebrali specifici, favorire una selezione distorta delle informazioni, rafforzare alcune credenze e creare dei convincimenti relativamente ad alcune situazioni, facendosi influenzare da ciò che maggiormente si desidera.
Alcuni esempi:
- credere che andrà tutto bene senza adottare misure pratiche per affrontare una situazione difficile
- sottovalutare segnali di rischio in una relazione personale perché si spera che l’altro cambi
Perché cadiamo nel Wishful Thinking?
Dal punto di vista evolutivo, il wishful thinking ha una funzione: proteggerci dall’ansia e dallo stress. Immaginare un futuro migliore ci aiuta a sopportare l’incertezza e la paura. Tuttavia, se il pensiero desiderante diventa eccessivo o rigido, può allontanarci dalla capacità di prendere decisioni realistiche e funzionali.
Nel modello cognitivo-comportamentale, osserviamo come emozioni e comportamenti disfunzionali siano spesso il risultato di distorsioni cognitive: il wishful thinking è una di queste. Non si tratta solo di “pensare positivo”, ma di deformare inconsapevolmente la realtà a favore di ciò che ci fa sentire momentaneamente meglio.
Gli effetti del Wishful Thinking
Se da un lato il wishful thinking può fornire una temporanea consolazione, dall’altro rischia di avere conseguenze a lungo termine, come:
- Scarsa capacità di pianificazione e problem solving
- Delusioni ricorrenti
- Aumento dell’ansia e della frustrazione
- Mantenimento di situazioni dannose o poco realistiche
In terapia, aiuto spesso i miei pazienti a riconoscere quando il pensiero desiderante si sostituisce a un’analisi più razionale, lavorando insieme per costruire aspettative più realistiche e strategie d’azione concrete.
Come superare il Wishful Thinking
Alcuni strumenti pratici per contrastare questa distorsione cognitiva includono:
- Consapevolezza: imparare a riconoscere i segnali del wishful thinking.
- Domande di realtà: “Quali sono le prove oggettive a favore di questa convinzione?”; “Cosa diresti ad un amico nella tua situazione?”
- Pianificazione attiva: definire azioni specifiche e realistici piani B.
- Accettazione dell’incertezza: lavorare sull’accettazione della possibilità che le cose non vadano come sperato, senza per questo perdere motivazione.
Conclusioni
Il wishful thinking ci racconta di quanto i nostri desideri abbiano forza nella nostra vita, ma anche di come, talvolta, per stare meglio davvero sia necessario affrontare la realtà con coraggio e lucidità.
Se senti che il pensiero desiderante ti sta limitando o bloccando, sappi che è possibile lavorare su questi schemi mentali, riacquistando fiducia nelle proprie capacità di affrontare la realtà con equilibrio.
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